Aliquote al 60%, cumulo con credito ZES e proroga al 2026: come potrebbe cambiare il Piano 5.0

Il Governo italiano ha presentato al Parlamento due emendamenti al Decreto Fiscale che apporterebbero modifiche importanti al Piano Transizione 5.0: dall’aumento delle aliquote, alla cumulabilità con la ZES, finora vietata, fino alle maggiorazioni per tutte le tipologie di impianti fotovoltaici. Le modifiche sarebbero retroattive e valide anche per pratiche già avviate.

A conferma di un nuovo orientamento del Governo sul Piano 5.0, il 20 novembre, durante un question time alla Camera dei deputati, il Ministro Adolfo Urso ha annunciato che “un emendamento al decreto fiscale (dl n. 155/2024, attualmente in fase di conversione al senato incrementerà l'intensità del contributo del Piano Transizione 5.0 e semplificherà le procedure di accesso al bonus da parte delle imprese, in particolare quelle relative al calcolo del risparmio energetico”. Urso ha anche aggiunto di essere “In contatto con la commissione Ue per far qualcosa di più, ma le risposte non le avremo prima di gennaio-febbraio 2025”.

Vediamo nel dettaglio quali sarebbero le modifiche.

Proroga della misura

Si discute dalla proroga del piano dal 31/12/2025 al 30 giugno 2026. Le imprese avrebbero sei mesi in più per ultimare i progetti di innovazione.

Ammissibilità dei macchinari a combustile fossile

Con l’emendamento Casasco- Squeri, si discute rispetto a un ampliamento dell’ambito di applicazione del credito, includendo i macchinari alimentati con combustibili di origine fossile. L’emendamento prevede che siano invece ammissibili anche questi investimenti laddove i progetti che ne fanno uso “ne riducano l’utilizzo e l’emissione di CO2 a parità di volumi produttivi”.

Innalzamento delle aliquote e riduzione degli scaglioni di investimento

Con la proposta effettuata, viene eliminato lo scaglione fino a 2,5 milioni di investimento e accorpato con quello fino a 10 milioni; in contemporanea, vengono innalzate le aliquote arrivando fino al 60%.
In questo modo vengono incentivati investimenti con importi maggiori in modo da far diventare conveniente l’accesso alla misura.

INVESTIMENTI 1° CLASSE 2° CLASSE 3° CLASSE
Fino a 10 mln 50% 55% 60%
Tra 10 e 50 mln 15% 20% 25%
 

Maggiorazioni del credito di imposta 5.0 per il fotovoltaico

A differenza del sistema attuale, tutte le tipologie di impianti fotovoltaici sarebbero agevolate con una maggiorazione del credito di imposta dal 130 al 150%.

IMPIANTI FOTOVOLTAICI MAGGIORAZIONE
Pannelli con efficienza ≥ 21,5% 130%
Moduli con celle, efficienza ≥ 23,5% 140%
Moduli con celle bifacciali ad eterogiunzione o tandem, efficienza ≥ 24% 150%


Nello scenario più favorevole, la società arriverebbe a usufruire di un credito di imposta fino al 90%, invece, del potenziale 63% raggiungibile attualmente.

Semplificazione della procedura di accesso al credito

Il Ministero delle imprese e del made in Italy e il GSE renderebbero disponibili specifiche istruzioni volte a semplificare le procedure di accesso al credito d’imposta e a sanare eventuali errori formali nella presentazione della domanda o nella compilazione e nella completezza delle documentazioni.

Cumulabilità con il credito di imposta 4.0, per le Zone Economiche Speciali e i certificati bianchi

Se le modifiche venissero accettate, gli incentivi diventerebbero cumulabili, sempre fermo restando il rispetto del limite del 100% della spesa ammissibile.

Per quanto riguarda i certificati bianchi, il credito d’imposta sarebbe cumulabile con i certificati bianchi aventi a oggetto investimenti effettuati in uno o più beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B alla legge 11 dicembre 2016, n. 232, ed al numero di tali certificati non si applicherebbero riduzioni in conseguenza di detto cumulo.

Ambito del progetto di innovazione

Si consentirebbe alle imprese di portare avanti, nell’ambito di un progetto di innovazione, modifiche a più processi produttivi senza dover necessariamente riferirsi all’intera struttura produttiva.

Beni per l’autoproduzione di energia

Si prevederebbe l’autocertificazione da parte delle imprese che l’energia prodotta è destinata all’autoconsumo.

Vista l’imminente chiusura dei lavori sul DL Fiscale, le modifiche sono state rinviate e si attende un maxi-pacchetto unico con la Legge di Bilancio.


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