Piano Transizione 5.0: in arrivo il decreto attuativo

Sebbene sia avvenuta la conversione in legge del decreto del 2 marzo, mancano ancora un decreto attuativo e un manuale, realizzato a cura del GSE, per dare concretezza al Piano e permettere alle imprese di poter accedere al credito di imposta. Ma facciamo un passo indietro per capire cosa può offrire davvero alle imprese.

Transizione 5.0: di cosa si tratta

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta l’evoluzione “green” dell’industria 4.0, abbinando l’obiettivo della transizione digitale alla sostenibilità, ovvero, finalizzato alla creazione di un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili. Infatti, la misura riconoscerà un credito di imposta a fronte della realizzazione di un progetto di innovazione che permetta di conseguire complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva (non inferiore al 3%) oppure dei processi (non inferiore al 5%).

Le agevolazioni del credito di imposta Piano Transizione 5.0

Operativamente, i progetti dovranno prevedere l’acquisto di beni 4.0 o di software e sistemi di monitoraggio dei consumi o di efficientamento energetico, a cui si potranno aggiungere i beni finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinati all’autoconsumo e la formazione. Per quest’ultima, è ammissibile una spesa pari al 10% dell’importo degli altri investimenti fino a un massimo di 300 mila euro.

Gli incentivi fiscali per le imprese

Il credito di imposta raggiunge la massima intensità per gli investimenti fino ai 2,5 milioni che comportano un risparmio energetico pari almeno al 10% per l’unità produttiva o al 15% per il processo. Infatti, in tal caso, l’agevolazione riconosciuta è pari al 45% delle spese ammissibili, superando il milione di credito di imposta.

Ma l’intensità del contributo può essere maggiorata fino al 140% se si tratta di moduli fotovoltaici con celle bifacciali ed efficienza pari ad almeno 24%. Con quest’ultima premialità, l’impresa otterrebbe più di un milione e mezzo di credito di imposta con il recupero del 63% dell’investimento sostenuto. Interessante, vero?

Un ulteriore sostegno è rappresentato da un incremento del tax credit fino a 10 mila euro per le spese di certificazione e fino a 5 mila euro per adempiere all’obbligo di certificazione contabile.  

Ancora più interessante è il termine da cui si può procedere alla compensazione del credito dopo il via libera all’utilizzo, 5 giorni, e la possibilità di utilizzare in cinque quote annuali l’eccedenza rilevata al 31 dicembre 2025.

Come accedere alla misura

Accedere alla misura diventa più complicato: non è più automatica e si possono contare ben quattro certificazioni. Sarà necessario comunicare l’avvio del progetto, prenotando il credito di imposta, l’avvenuto pagamento dell’acconto e il completamento dell’investimento; alle comunicazioni si allegheranno le certificazioni ex-ante ed ex-post, la perizia asseverata 4.0 e la certificazione contabile.

Nonostante l’attesa, molte regole sono chiare e consentono alle imprese di iniziare a predisporre i programmi di investimento in modo da essere pronti non appena sarà resa disponibile la piattaforma per la prenotazione del credito di imposta.


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